Pepeverde 26-2025

Nel nuovo numero di Pepeverde (aprile-giugno 2025), la riflessione si fa ampia, profonda e decisamente attuale. Fin dalle prime pagine si coglie la volontà di affrontare alcuni dei temi più urgenti della nostra contemporaneità, mantenendo però sempre lo sguardo rivolto al mondo dei giovani e della letteratura che li riguarda. Il dossier centrale è dedicato alla violenza di genere, ai femminicidi, alla discriminazione culturale e sociale che ancora oggi condiziona la vita delle donne. I contributi sono diversi e complementari: si parte da un’approfondita ricostruzione storica dei pregiudizi legati all’educazione femminile, per arrivare a riflessioni più attuali, che riguardano il linguaggio dei media, il ruolo della scuola, il peso degli stereotipi e la necessità di un’educazione affettiva vera e concreta.  Accanto a queste analisi, il numero introduce anche una nuova sezione dal titolo emblematico: La mia grammatica della fantasia, curata da Giuseppe Assandri. È uno spazio in cui alcuni autori – tra cui Sofia Gallo, Roberto Morgese, Angelo Petrosino e Silvia Roncaglia – raccontano il dietro le quinte della scrittura. Non è tanto un esercizio di stile quanto un modo per condividere il processo creativo, i dubbi, le scintille da cui nasce una storia. Il riferimento a Rodari, non solo nel titolo ma anche nello spirito, è dichiarato e benvenuto: c’è il desiderio di costruire, nel tempo, un piccolo “manuale collettivo” di invenzione narrativa. Non manca poi un’attenzione al rapporto tra letteratura e attualità. Viene segnalato il nuovo film di Gabriele Salvatores, Napoli New York, che affronta con delicatezza il tema dell’infanzia e dell’emigrazione, e si torna a parlare dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo dei libri, con un articolo di Franca De Sio che invita a riflettere sul ruolo umano nella scrittura in un’epoca di crescente automazione. Infine, Pepeverde accoglie con entusiasmo il ritorno in libreria di Christine Nöstlinger, grazie a nuove traduzioni delle sue opere, e dedica spazio anche a scrittrici contemporanee come Arianna Papini, capaci di restituire alla narrazione per ragazzi una dimensione immaginifica e profonda. Insomma, è un numero denso, ricco di spunti, in cui la letteratura per ragazzi non è mai evasione, ma uno strumento potente per leggere e cambiare il presente. Con una convinzione forte: che educare all’immaginazione, al rispetto, alla consapevolezza sia oggi più che mai necessario.


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